Le immagini del crollo del manto stradale in piazza Tricolore, dovuto al maltempo degli ultimi giorni, sono ormai un triste simbolo dell’incuria che sembra governare questa città. Non è solo un cedimento fisico, è il collasso di un sistema che ignora, procrastina e poi si scandalizza. Già da mesi, i cittadini avevano segnalato un buco nella pavimentazione, una finestra aperta verso il mare sottostante. Ma, si sa, le segnalazioni dei cittadini sono come un eco nel deserto: si sentono solo dopo che il disastro è accaduto.
Le avvisaglie c’erano tutte. Quel buco, piccolo e apparentemente innocuo, era il campanello d’allarme che nessuno ha voluto ascoltare. Bastava poco: una verifica, qualche intervento mirato, e oggi forse parleremmo di prevenzione invece che di macerie. E dire che i fondi non mancavano. L’amministrazione, nell’ultimo anno, ha beneficiato di finanziamenti straordinari, ma invece di investirli nella manutenzione delle infrastrutture, ha preferito disperderli in interventi di dubbia priorità. Il risultato? Il maltempo è stato solo il colpo di grazia per una situazione già compromessa.
Danni anche a piazza Franco Battiato
Non è andata meglio nella vicina piazza Franco Battiato. Qui, la furia degli eventi atmosferici ha devastato le strutture ludiche e ginniche. Il prato sintetico è stato sradicato, trascinando con sé parte del pavimento dove erano fissati gli attrezzi per il fitness. Un paesaggio desolante, che racconta di una città incapace di prendersi cura dei suoi spazi pubblici. Eppure, anche in questo caso, i segnali c’erano: infiltrazioni, materiali logori e fissaggi inadeguati. Ma evidentemente, finché qualcosa non crolla, l’amministrazione è convinta che tutto vada bene.
Le transenne: la soluzione universale
Come sempre, la risposta è arrivata, puntuale e inefficace: le transenne. Piazza Tricolore è stata prontamente circondata, isolata, messa in sicurezza — o meglio, abbandonata al suo destino. Transennare è ormai diventato il collaudato modus operandi per ogni emergenza cittadina. Non importa se le transenne restano lì per anni, diventando parte del paesaggio urbano, a ricordarci che il degrado non è un incidente ma uno stato permanente.
E ora? Cosa farà l’amministrazione? Le soluzioni non mancherebbero: verifiche immediate, un piano straordinario di manutenzione, il coinvolgimento delle risorse già disponibili. Ma tutto lascia pensare che si proseguirà con lo schema consolidato: lunghe attese, scaricabarile e, alla fine, lavori tardivi e raffazzonati. Perché prevenire costa fatica, mentre rattoppare è più semplice e mediaticamente efficace.
Una domanda senza risposta
La vera domanda è: quanto tempo ci vorrà prima che piazza Tricolore torni a essere fruibile? E piazza Franco Battiato? I cittadini si trovano davanti a un’altra stagione di disagi, un altro pezzo di città sottratto al loro uso quotidiano. Forse, tra qualche mese, qualcuno taglierà un nastro per inaugurare i lavori conclusi. Ma non è un problema di tempi, è un problema di visione. Senza una manutenzione costante e una gestione responsabile, continueremo a rincorrere le emergenze, più che risolverle. Nel frattempo, non ci resta che convivere con le transenne, simbolo di una città che si arrende al degrado.