Il problema dei rifiuti non attanaglia solo il nostro comune: è una questione che disturba il sonno di tutti gli amministratori locali. Multe, telecamere, leggi che permettono la confisca del mezzo sembrano non avere successo nella lotta agli incivili. Ma allora, che fare? Ecco la proposta choc del sindaco di Floridia: pubblicare le foto di coloro che abbandonano i rifiuti su tutti gli impianti pubblicitari della città. Una misura che ricorda da vicino il credito sociale cinese.
In Cina, per educare la comunità al rispetto delle norme, è stato introdotto un sistema di monitoraggio estremo che permette allo Stato di accedere alla vita dei propri cittadini. Un intricato sistema di telecamere, collegato a una banca dati, ha accesso a informazioni amministrative ed economiche e monitora costantemente comportamenti e attività, premiando i virtuosi e sanzionando pesantemente chi sbaglia.
Coloro che si dimostrano cittadini modello ottengono agevolazioni sull'accesso al credito, al mercato immobiliare e una corsia preferenziale per tutti i servizi messi a disposizione dallo Stato. Al contrario, chi viola le regole entra nel "girone dei dannati", con tanto di sputtanamento pubblico.
Pannelli LED mostrano le foto di coloro che si sono macchiati di gesti incivili. Dalla carta gettata per strada al mancato pagamento dei tributi, il cittadino cinese rischia di essere esposto al pubblico ludibrio anche per cattive abitudini che, in una società civile, non dovrebbero mai costare il diritto alla privacy.
So già che alcuni di voi lettori auspicano qualcosa di simile anche in Italia, per appagare un aleatorio desiderio di “civiltà”. Tuttavia, questo modello di società basato sul bastone e la carota minerebbe pesantemente l'ordine democratico, un pilastro fondamentale della nostra società. Oltre a essere, allo stato attuale, illegale.
Questa trovata non è inedita. Diversi sindaci in passato hanno tentato una misura del genere, con conseguenze a loro sfavorevoli. Nel 2021, Cateno De Luca fu costretto a pagare 50.000 euro dal Garante della Privacy per post pubblicati sulla sua pagina Facebook. In questi post erano state rese pubbliche immagini di cittadini riconoscibili, autori di presunte trasgressioni. Un comportamento che il Garante aveva considerato lesivo della dignità personale.
La disponibilità di tecnologie che consentono un controllo sempre maggiore spinge gli amministratori a emanare provvedimenti sempre più invasivi, complice la scarsa giurisprudenza in materia di dati personali. Sicuramente, un maggiore controllo può essere positivo, ma il rischio è quello di abolire il diritto alla tutela della propria riservatezza, aprendo le porte alla rinuncia implicita del diritto alla privacy.