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Cronache Catanesi @ Diritti Diservati 2023

Conte vs. Grillo: la lotta che potrebbe spaccare il M5S

2024-10-05 01:00

Giuseppe Ferrara

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Conte vs. Grillo: la lotta che potrebbe spaccare il M5S

Nel mondo sempre più frammentato della politica italiana, uno scontro epico sta scuotendo dalle fondamenta il Movimento 5 Stelle. Da una parte c’è Giu

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 Nel mondo sempre più frammentato della politica italiana, uno scontro epico sta scuotendo dalle fondamenta il Movimento 5 Stelle. Da una parte c’è Giuseppe Conte, ex premier che ha assunto la guida del Movimento cercando di trasformarlo in una forza più istituzionale e rispettabile. Dall’altra c’è Beppe Grillo, il comico genovese e fondatore del M5S, che non sembra per nulla intenzionato a cedere del tutto le redini di quello che considera il suo “giocattolo” politico. Lo scontro è ormai palese, e l’esito è tutt’altro che scontato.

 

L’inizio della faida

 

 

Per capire le radici del conflitto, dobbiamo tornare all’inizio del matrimonio politico tra i due. Quando Conte viene chiamato nel 2018 a guidare il governo del “contratto” tra M5S e Lega, appare come una figura tecnica, una sorta di garante che media tra le pulsioni populiste dei 5 Stelle e la spregiudicatezza salviniana. Ma il “professore” gioca la partita con astuzia, e quando si ritrova alla guida del secondo governo, dopo la rottura con Salvini, ne esce come leader politico riconosciuto. Grillo, che forse sperava di usare Conte come un volto rispettabile per rassicurare i salotti romani e europei, si trova di fronte a qualcosa che non aveva previsto: un uomo ambizioso, capace e pronto a prendersi tutto.

La crisi esplode nel 2021, quando Conte assume ufficialmente la guida del Movimento. Quello che doveva essere un passaggio di consegne naturale si trasforma presto in uno scontro tra visioni opposte. Da un lato c’è Conte, che immagina un Movimento più moderato, dialogante e pronto a fare compromessi in nome della stabilità di governo. Dall’altro c’è Grillo, che vuole mantenere viva la natura ribelle, anticasta e rivoluzionaria che aveva caratterizzato il M5S delle origini.

 

 

Il tradimento secondo Grillo

 

 

Grillo vede in Conte un traditore dello spirito del Movimento. Non è la prima volta che il comico genovese si trova a combattere contro quelli che considera “infiltrati” o “mutanti” all’interno del M5S. Prima di Conte, ci sono stati Di Maio, Fico e altri che avevano cercato, con maggior o minor successo, di ammorbidire le posizioni del Movimento per renderlo più governabile. Ma per Grillo, l’ascesa di Conte è la minaccia più grande. Il fondatore non sopporta l’idea che il suo Movimento possa diventare l’ennesimo partito “normale”, fatto di compromessi e giochetti di palazzo.

Grillo sogna ancora un Movimento che parli alla pancia del paese, che rifiuti le logiche della politica tradizionale e che si ponga come alternativa radicale. Conte, invece, vede il futuro del M5S nei ministeri, nei tavoli con gli industriali e nel dialogo con l’Europa. Insomma, in quel “governismo” tanto odiato dal Beppe della prima ora.

 

 

Il rischio scissione

 

 

Lo scontro non è solo di personalità, ma di strategia politica. Da una parte ci sono i contiani, parlamentari e attivisti che vedono in Conte una figura carismatica, capace di dare al Movimento una nuova centralità politica, nonostante il calo nei consensi. Dall’altra ci sono i grillini puri, ancora fedeli alla visione originaria del fondatore, che preferiscono tornare all’opposizione piuttosto che continuare a “inciuciare” con le forze tradizionali.

Il rischio di una scissione è reale. Lo spettro di un M5S diviso tra “governisti” e “duri e puri” aleggia da mesi nelle chat dei parlamentari e tra gli attivisti. Se Conte dovesse insistere con la sua linea moderata, Grillo potrebbe decidere di rompere definitivamente e riprendersi il Movimento, lasciando Conte e i suoi a cercare una nuova casa politica.

 

 

Chi vincerà?

 

Grillo e Conte si stanno giocando il futuro del Movimento. Da un lato c’è la nostalgia per un M5S che non esiste più, dall’altro c’è la realtà di un elettorato stanco di promesse irrealizzabili. La base è spaccata, e l’ombra di una nuova scissione incombe. Se Conte riuscirà a mantenere la leadership, il Movimento potrebbe diventare definitivamente un partito come gli altri. Se Grillo avrà la meglio, torneremo probabilmente a un M5S di opposizione, urlante, ma sempre meno rilevante. La sfida è aperta, e il futuro del M5S è appeso a un filo.


 

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