Catania si risveglia nel paradosso, dove le leggi esistono ma vengono ignorate. È questo il nodo della manifestazione promossa da Catania Più Attiva e sostenuta da una rete di sigle cittadine, che hanno deciso di alzare il tiro contro un provvedimento dirigenziale capace di trasformare un diritto sacrosanto in una battaglia legale senza fine.
La vicenda, surreale nei suoi contorni, riguarda l’accesso dei disabili alle Zone a Traffico Limitato (Ztl). Le normative nazionali e comunitarie parlano chiaro: chi è portatore di disabilità ha diritto al libero accesso in queste aree. Eppure, a Catania, un provvedimento ha deciso il contrario, imponendo ai disabili trafile burocratiche che sfociano spesso in multe salate. I ricorsi presentati contro queste sanzioni – tutti vinti, come ricorda con amarezza Santo Musumeci, leader di Catania Più Attiva – si traducono in rimborsi. Ma qui arriva l’assurdo: i rimborsi alimentano debiti fuori bilancio per le casse comunali, già in affanno cronico.
Musumeci non si ferma davanti all’inerzia amministrativa e porta in piazza una battaglia che non è più solo tecnica, ma politica e sociale. Accanto a lui, un fronte ampio di sigle che hanno scelto di sposare un’iniziativa estrema: incatenarsi a oltranza in via Prefettura, simbolo della resistenza contro un sistema che trasforma diritti acquisiti in un lusso per pochi.
“La legge è dalla nostra parte”, tuona Musumeci, “ma qui si preferisce ignorarla e scaricare le conseguenze su chi è già penalizzato dalla vita. Non è accettabile che una città come Catania si macchi di un tale disprezzo per i più fragili”.
La manifestazione, destinata a fare rumore, non chiede altro che il rispetto delle regole. Ma in un Paese in cui i diritti sembrano privilegio, anche l’ovvio diventa rivoluzionario